Sky Italia ha ufficializzato l’arrivo dei decoder Sky Q nel nostro Paese. La fonte non potrebbe essere più autorevole: a parlare è stato Andrea Zappia, l’Amministratore Delegato. L’arrivo non sarà però immediato:
Nel 2017 arriverà in Italia lo Sky Q, un decoder che è un “Home Gateway” che permetterà di ricevere più segnali contemporaneamente e di ritrasmetterli su altri box, di trasferire le registrazioni sul tablet, o iniziare un film in sala e finirlo in camera da letto.
Occorrerà quindi attendere il prossimo anno, una tempistica che del resto non ci stupisce: Sky Q è stato recentemente lanciato nel Regno Unito e non tutte le funzioni sono già attive. Recentemente, in occasione dell’ultimo trimestrale, si era parlato dell’arrivo di un nuovo decoder anche in Italia e Germania, nel corso del 2016. Era stato immediatamente chiarito che non si sarebbe trattato di uno Sky Q a tutti gli effetti (cioè dello stesso decoder lanciato nel Regno Unito), ma di un modello Sky+ HD (la stessa tipologia di quelli attualmente in uso) compatibile con le funzioni proposte da Sky Q. Non è al momento chiaro se questo decoder sarà effettivamente lanciato come soluzione “ponte” (in attesa degli Sky Q veri e propri), oppure se vi sia stato un cambiamento nelle strategie e si rimanderà tutto al 2017.
Zappia ha anche annunciato importanti investimenti sul mercato italiano: si parla di quasi 7 miliardi di Euro nei prossimi quattro anni. L’obiettivo è quello di incrementare il numero di contenuti prodotti internamente, sfruttando anche le sinergie tra i cinque mercati che attualmente compongono la versione paneuropea di Sky (sono Gran Bretagna, Germania, Italia, Irlanda e Austria). La sede italiana è ad esempio il centro operativo di Sky Art Production Hub, che realizza programmi sull’arte distribuiti in tutti i Paesi in cui opera Sky. In questo modo si amplia notevolmente la platea di potenziali spettatori, composta da 21 milioni di famiglie.
Tra le nuove produzioni italiane vengono citate Gomorra 2, The Young Pope (coprodotto con HBO e Canal Plus) e una serie con Corrado Guzzanti. Sky intende arrivare a raddoppiare il numero di progetti in modo da proporre una nuova produzione al mese (sommando quelle italiane ed europee).
Nell’intervista realizzata da Repubblica si tocca anche il tema del mercato pay TV, in forte calo negli Stati Uniti a causa dello streaming. Zappia ha commentato:
Negli Usa il tasso di penetrazione della pay tv, grazie alla diffusione del cavo, era arrivata al 90%. In Gran Bretagna al 50%, in Francia al 36, in Italia al 30 e in Germania al 20. Credo che vi sia ulteriore spazio di crescita per una media company come la nostra, che distribuisce i suoi contenuti in diverse modalità.
L’Amministratore Delegato si è anche pronunciato sul mercato italiano, che secondo vari analisti non sarebbe sufficientemente ampio da garantire la presenza di due operatori (Sky e Mediaset):
Dovunque stiamo assistendo a fenomeni di concentrazione, come gli accordi in Francia tra Canal Plus e BeIn, in Spagna tra Digital Plus ancora con BeIn. Noi siamo stati i primi a creare una piattaforma europea e troviamo normale che altri facciano qualcosa di simile. Questa industria ha bisogno di dimensione, senza economie di scala è difficile creare contenuti e investimenti. Detto questo lo scenario in Italia ha ancora ampi spazi di crescita e continuiamo a operare pensando di avere un concorrente nella pay tv.